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Introduzione al piano Draghi per le banche
Recentemente, è emersa l’intenzione di attuare un “piano Draghi” per le banche in Europa, simile a quello predisposto dall’ex presidente della Banca Centrale Europea (BCE) per stimolare l’economia. Questo piano mira a rivedere e semplificare la regolamentazione bancaria, con l’obiettivo di promuovere la competitività delle istituzioni finanziarie europee rispetto ai loro concorrenti globali.
Obiettivi e aree di intervento
Il documento di consultazione, riservato e inviato a un campione dell’industria bancaria, ha ricevuto risposte da importanti attori del settore, tra cui Intesa Sanpaolo e Unicredit in Italia, Bnp Paribas e Credit Agricole in Francia, e Deutsche Bank in Germania. L’obiettivo principale è ridurre il disallineamento normativo tra Europa e Stati Uniti, semplificando le regole che attualmente vincolano le banche europee.
Regolamentazione e vigilanza prudenziale
Un aspetto cruciale del piano riguarda la regolamentazione e la vigilanza prudenziale. È fondamentale che le aspettative della BCE in materia di tecnologia informatica non introducano ulteriori vincoli che possano aumentare i costi operativi delle banche. La resilienza informatica è essenziale, ma non deve compromettere la capacità delle banche di sfruttare le nuove tecnologie, creando così uno svantaggio competitivo rispetto agli istituti extra-UE.
Quadro macroprudenziale e operazioni infragruppo
Il piano Draghi prevede anche una revisione del quadro macroprudenziale, che attualmente impone requisiti patrimoniali più severi rispetto ad altre giurisdizioni. È necessario semplificare queste misure, evitando di aumentare i requisiti di capitalizzazione delle banche. Inoltre, le regole sulle operazioni infragruppo devono essere riviste per consentire un flusso di capitali e liquidità più fluido tra le entità dello stesso gruppo, specialmente quando operano in paesi diversi.
Rischi e sfide future
Infine, il piano affronta anche le segnalazioni sul rischio tasso di interesse (Irrbb), evidenziando come le banche europee affrontino due livelli di svantaggio competitivo. Da un lato, il quadro prudenziale dell’Irrbb è più rigoroso nell’UE rispetto ad altre giurisdizioni, dall’altro, gli Stati Uniti non hanno mai implementato gli standard del Comitato di Basilea. Questa situazione richiede un’attenzione particolare per garantire che le banche europee possano competere equamente nel mercato globale.